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Chiesa di S. Oreste

Chiusura temporanea a causa dei danni provocati dal terremoto

In un atto notarile datato 1189 la chiesa è denominata con il nome di S. Maria de Heresto, nel XV secolo diventa pieve di S.Oreste. Al pari della pieve di Fematre, nel comune di Visso, l’edificio religioso ricopre una grande importanza nel corso dei secoli, tanto che da essa dipendevano nove chiese. Tra il XV ed il XVI secolo la chiesa è oggetto di ristrutturazione ed ampliamento. Il piano di calpestio viene abbassato, sul lato sinistro vengono realizzati la cappella dedicata a S. Lucia e la torre campanaria. Testimonianza dell’intervento è l’iscrizione scolpita sulla facciata. Nel 1930 la facciata principale delle chiesa subisce una ristrutturazione. La parte superiore della facciata viene ricostruita con l’inserimento delle arcatelle neoromaniche e del rosone in calcestruzzo ed il portale viene dotato di un architrave e di un bassorilievo nella lunetta raffigurante la Madonna con Bambino L’edificio religioso conserva all’interno una Madonna del Rosario con S. Domenico e S. Caterina da Siena, eseguito da Simone de Magistris, datata 1583. Sulla parete di destra una tela con la Deposizione, attribuita a Morale da Fermo.

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Pieve di Santa Maria

Chiusura temporanea a causa dei danni provocati dal terremoto

La Pieve di S. Maria risale all’XI secolo, come confermato dal documento del vescovo di Spoleto del 1067; la torre campanaria e l’abside poligonale dominano la piazza principale della città. La chiesa presenta due piani: quello inferiore è diviso in tre navate, quello superiore ha un unico ambiente, entrambi insistono sull’abside. Secondo gli studiosi, la divisione interna dell’edificio in due piani indichierebbe che la chiesa fosse strutturata inizialmente in due chiese sovrapposte, al cui piano superiore era possibile accedere tramite un portale nella facciata posteriore. La chiesa conserva alcuni affreschi di Cola di Pietro: un’Ultima Cena, S. Giorgio e la principessa e un Martirio di S. Stefano con un imponente sfondo architettonico. Altri affreschi decorano la volta della navata centrale; sulla parete di sinistra la Dormitio Virginis, mentre la Madonna del Latte che ornava la navata centrale è esposta nella cappella della parrocchiale di S. Maria Assunta. Nel 1722, come ricorda una scritta sull’arco, la chiesa fu sostituita con la nuova a seguito di una frana; lo stemma della famiglia Da Varano presente sulla parete meridionale del campanile potrebbe ricordare la dimora del vescovo di Camerino Fabrizio Da Varano che ospitò il poeta Pier Francesco Giustolo da Spoleto.

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Mulino di Fiume

l mulino ad acqua di Fiume fa parte, come sede distaccata, di un percorso del Museo della Nostra Terra di Pieve Torina. Il Mulino si incontra percorrendo la strada che da Colfiorito conduce a Pievetorina, all’inizio dell’abitato di Fiume. L’edificio con il caratteristico con laghetto e cascatelle laterali è costruito su uno sperone di roccia a cavallo del torrente Sant’Angelo ed è attivo fin dall’alto medioevo. Il complesso conserva le strutture originarie: l’opificio, una prima cascata d’immissione del torrente e il laghetto. Attraverso due canale inclinate, scavate nel muro-diga, l’acqua cade sui tre retrecini (eliche di legno formate da fusello e pale incassate) posti sotto le volte. Due grandi per le macine ed uno minore per azionare lo staccio e una mola. Delle due macine in pietra una, senza staccio, frangeva il cereale destinato al bestiame (granturco, orzo, ghiande, avena, fava). Dall’altra, impiegata per grano tenero, un sistema di cinghie in cuoio portava il macinato allo staccio provvisto di quattro bocchette a seconda del tipo di farina: una per il fior di farina, una per la crusca, e le intermedie per graduare nel macinato la percentuale di fiore e di cruschello. Tale tipo di mulini che sfruttavano l’energia dell’acqua si sono sviluppati in tutto il centro Italia e sono quasi tutti pressoché simili nei loro meccanismi di funzionamento.

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Santuario di Santa Maria in Carpineto

Chiusura temporanea a causa dei danni provocati dal terremoto

Si trova lungo la statale 209, in località Roti.

Piccolo santuario sulle pendici del monte, dove si conserva l’unica opera certificata di Battista di Barnaba, scultore marchigiano che ha lavorato con Donatello a Firenze e Mantova. L’opera è un gruppo scultoreo in terracotta policroma che rappresenta la visione della Madonna da parte di una pastorella che grazie a ciò riacquista la parola. Il santuario è ancora oggi meta di pellegrinaggi. Richiederebbe ulteriori restauri degli affreschi.

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Eremo Santuario di Sant’Angelo in Prefoglio

Chiusura temporanea a causa dei danni provocati dal terremoto

L’Eremo di S. Angelo in Prefoglio, detto anche “Eremo dei santi”, fu fondato dai Benedettini nel XII secolo, nel XIV secolo, però, dovettero lasciare il posto ai Canonici, la parte più esterna dell’edificio è ottocentesca. L’edificio religioso sorge sopra una grotta considerata sacra dall’epoca precristiana, ancora visitabile. Secondo la tradizione popolare l’acqua sorgiva, raccolta all’interno di una piccola vasca, ha potere terapeutico. La lapide semicircolare posta all’esterno sulla facciata, formata da più frammenti, in origine era collocata sull’arco della porta di ingresso della chiesa. Contornata da un motivo ad intreccio, al centro della scena è presente una croce, ai lati di questa si stagliano due leoni che si mordono la coda. . L’iconografia è tipica dell’arte romanica dove il leone simboleggia il guardiano del luogo sacro. ANNI D(OMI)NI SUNT MCXLVIII IN-DICTIO XI / P(RI)OR DEUTESALVE ET FRIDERICUS DUX ALBERTUS COMES GISLA ET ALII / ET ALIORUM HOMINES QUI ADIUTORIUM IMPENDER(UNT) VIVANT IN Xo (CHRISTO)”.

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Santuario di Santa Maria in Caspriano di Casavecchia

Chiusura temporanea a causa dei danni provocati dal terremoto

La chiesa di S. Maria di Caspriano, sul bivio per Montecavallo, richiama stilisticamente il santuario di Macereto. Il luogo aveva avuto una notevole importanza nell’era etrusca e feudale proprio per essere sull’incrocio di tre valli. Il castello fu venduto a Camerino nel 1257 insieme a Caspriano e ad altre terre. La chiesa a pianta ottagonale, eretta nel 1577, presenta quattro lati maggiori uniti da quattro minori. L’assenza della cupola, sostituita da una copertura a capanna, porta a definire la lettura dell’opera come incopleta e anomala; pur partendo da uno schema simile al santuario di Macereto e da altri templi bramanteschi, non risulta presente una vera e propria rielaborazione degli schemi architettonici. All’esterno, Inglobata in un edificio ottocentesco è ancora visibile una delle torri del castello medievale. All’interno dell’edificio religioso è presente un grande affresco raffigurante La Madonna col Bambino del 1415, cui è stata addossato un altare ligneo del Seicento, ciò dimostra che l’edificio fu costruito su un santuario preesistente. Il 24 febbraio del 1493 la chiesa è oggetto di una visita pastorale.

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